The O.A.O.T's Official Website
The O.A.O.T.'s Typical Cover
Artist: The O.A.O.T's
Location: Los Angeles, U.S.A.
Line-up: Matt Garappolo (guitars, vocals), Eddie Garcia (bass, vocals)
Album: Typical
Label & Pubblication Year: Sounds Like Vynil Records, 2004
Tracklist: Janelle / Can't Let You / On & On / Kelly Oh / Nothing To Me / Accelerator / Evelyne / Take Me / Inaudible / Hot Robot / Games / Dance / Corvette
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Avevo già avuto modo di trattare i The O.A.O.T's (per esteso One And Only Typical's) grazie alla compilation "Kiss Or Kill Vol.1", perchè è proprio da questa scena di Los Angeles che proviene questo duo formato nel 2002 da Matt Grappolo ed Eddie Garzia Garza, i quali si avvalgono della collaborazione di Dave Palermo dietro ai tamburi e di Matt Southwell dei Bang Sugar Bang alla produzione. E' proprio quest'ultima una delle caratteristiche salienti di questo "Typical" che gioca con suoni pulsanti e grassocci, dosati alla perfezione ed attenti ad enfatizzare al massimo livello possibile quelle linee melodiche che trasformano una comune power pop punk song nel tormentone da classifica. Proprio quello da canticchiare assorti fra i propri pensieri durante una camminata nel bel mezzo del centro cittadino, mentre i passanti scrutano sospettosi ed immaginano il pronto intervento di qualche ufficiale medico. "Typical" è un prodotto ruffiano e sornione, mai banale, giocato in un labirinto che vede alle proprie estremità risolutive l'insegnamento di Who, Buzzcocks, Pixies e Jam. Ed è presto il tempo di una "Janelle" che ruba il cuore: una prostituta di lusso la quale vende le proprie grazie fra l'ammiccamento poppeggiante di refrains marchiati dalla Union Jack ed un incessante up-tempo in grado di liberare quella dose di energia che renderà felici coloro che non vivono senza la t-shirt spiegazzata e scolorita dei fondamentali Ramones. "On And On" apre un'altra buona pagina di power pop d'autore, grazie all'anima catchy e pulsante del ritornello di turno e alle dissonanze del pregevole lavoro solista della chitarra di Matt Grappolo. E' un sentimento puro ed irrazionale come l'amore a guidare le trame della riflessiva "Kelly Oh", figlia dell'ammirazione dei nostri per l'omonima ragazza che diventa musa ispiratrice quando maneggia il proprio basso durante una non meglio definita notte di rock'n'roll. L'input diventa così perfetto per dare un alone di gossip a The Rock Explosion, che morde il calcolato rischio dell'abbaglio, identificando la citata musa in Kelly Ogden, bassista e cantante dei The Dollyrots, anch' essi in seno alla scena targata Kiss Or Kill Club. Insomma anche i The O.A.O.T's vantano nel loro repertorio la propria personale "Michelle". Apertura acustista per "Accelerator", song che come preannunciato dal titolo decolla nel finale, lasciando che la batteria salga in cattedra con il proprio dirompente tambureggiare. "Take Me" lascia scorere la matrice più punk oriented dei The O.A.O.T.'s, mentre la martellante "Inaudible" arriva come un lampo a ciel sereno per incantare l'ascoltatore con non troppo velati riferimenti al Pixies style. Il sangue fluisce ancora nel retrogusto garage e nelle funamboliche digressioni chitarristiche di "Hot Robot" con la tensione elettrica che si fa sempre più spessa salendo esponenzialmente nella deragliante velocità di "Games". Il finale ci regala poi la vibrante "Dance" nella quali i The O.A.O.T's si dannano l'anima nel creare la più attraente ed incredibile polifonia vocale dell'intero lavoro. Pollice alzato per i The O.A.O.T's e per la personale Sounds Like Vynil Records, un'altra overdose di linfa vitale giù nei sobborghi indipendenti della Los Angeles Rock City.

Recensione realizzata da Bruno Rossi

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